Usò entrambe le mani. Le fece correre su uno scaffale dopo l'altro. E scoppiò a ridere. [...] passò vari minuti ad andare con lo sguardo dagli scaffali alle proprie dita. Quanti libri aveva toccato? Quanti ne aveva sentiti? [...] Era come una magia, come la bellezza. {M.Z.}

venerdì 18 dicembre 2015

Segnalazione Romanzi Iperborea Edizioni


[Prima di cominciare: vi ricordo che è in corso la Sfida di Lettura LPS 2016, cliccate QUI per maggiori dettagli!]

Come vi avevo anticipato in questo post, continuo a segnalarvi un po' di romanzi dai cataloghi delle CE che più mi hanno incuriosita. E' il momento della Casa Editrice Iperborea, di cui per ora ho letto due libri che mi sono piaciuti molto: Il liberatore dei popoli oppressi [RECENSIONE] e Fiabe Danesi [RECENSIONE]. Naturalmente qui di seguito troverete solo i romanzi che piacerebbe leggere a me, ma il catalogo è molto più vasto, e vi consiglio di consultarlo sul loro sito web ^_^



IL FIGLIO DEL DIO DEL TUONO
di Arto Paasilinna

Trama: Un tempo, quando il mondo era abitato solo dai Finnici, il dio del Tuono regnava su tutti gli esseri viventi. Ed era cosa buona. Ma poi i Finnici abbandonano la fede ancestrale, lasciandosi fuorviare da religioni straniere e falsi idoli. Costernati dalla scoperta che alle soglie del Duemila non hanno che pochi seguaci, gli dèi dell’Olimpo decidono di giocare un’ultima carta: inviare sulla terra Rutja, figlio del dio del Tuono, sotto le sembianze di un mortale adulto. Per i lettori di Paasilinna basta un simile inizio per immaginare quali strampalate e folli avventure seguiranno e quale subbuglio susciterà a Helsinki l’arrivo di un dio a cavallo di un fulmine. Accanto alla consueta vis comica e a personaggi indimenticabili, primo fra tutti Sampsa, l’agricoltore-antiquario nelle cui vesti Rutja compie il suo apprendistato, la sua ciabattante sorella Anelma o la conturbante Helinä, esattrice del fisco convertita a fervente discepola, Paasilinna rivela una stupefacente capacità di districarsi sia nel mondo della mitologia che in quello dei media, tra le pagine del Kalevala come tra quelle del Vangelo, per scagliare le frecce del suo ironico sorriso contro una società troppo ricca per accontentarsi di moltiplicazioni di pani e pesci, troppo cinica e soddisfatta per qualsiasi religione, con l’unica eccezione dei suoi isterici e dei suoi pazzi. Ma di quelli, per fortuna di Rutja, la Finlandia abbonda.



L'ALLEGRA APOCALISSE
di Arto Paasilinna

Trama: La Terra non ci sopporta più. E basta un’enorme sbronza collettiva a New York per i festeggiamenti del nuovo Millennio e uno sciopero dei netturbini di Manhattan a scatenare una disastrosa catastrofe ecologica. Ah, mondo infame! Sarà arrivata l’Apocalisse? Parigi è finita sotto sei metri d’acqua e i pesci si aggirano per le strade e i caffè di Montparnasse; a San Pietroburgo esplode una centrale nucleare; nel mondo stravolto si scatena la Terza guerra mondiale, mancano le fonti di energia e l’economia globale è crollata. Ma in mezzo ai boschi del Kainuu, nella Finlandia centrale, Asser Toropainen, un vecchio comunista “grande bruciachiese”, in punto di morte ha destinato tutti i suoi beni alla costruzione di un tempio. E tutt’intorno a quest’improbabile santuario è cresciuta una comunità silvestre di gente laboriosa e gaudente che vive di caccia, pesca e giardinaggio, in autarchia e prosperità, indifferente alla catastrofe universale. Un gruppo di strampalati personaggi paasilinniani tanto geniali quanto testardi, che naviga in mezzo ai marosi di un pianeta che va in malora con l’incoscienza di un’Utopia senza tempo. Con lo sguardo ironico di Paasilinna ci troviamo a immaginare un passato e un futuro nemmeno così lontani, contemplando la vanità delle ideologie e del consumismo, e le farneticazioni della nostra civiltà inutilmente complicata. E se l’Apocalisse deve venire, che venga pure. Paasilinna non è certo il tipo da farsene un problema.


PICCOLI SUICIDI TRA AMICI
di Arto Paasilinna

Trama: Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca “così profondamente pacifica”, con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita. Perché “si può scherzare con la morte, ma con la vita no. Evviva!” Parola di Paasilinna.


IL CERCHIO CELTICO
di Björn Larsson

Trama: Se leggere vuol dire aprirsi a un’avventura, con i romanzi di Björn Larsson non ci sono dubbi: all’avventura veniamo trascinati, spinti di pagina in pagina da una storia che ci avvince, un ritmo incalzante, una suspense abilmente tenuta, e da quella sete di libertà e verità che anima i suoi protagonisti rendendoceli così attraenti. Nel fluido e mobile elemento del mare, con i suoi “orizzonti infiniti, la leggerezza sconfinata e la voglia di vivere”, e la sua lezione di umiltà e rispetto, come in quello altrettanto esigente della parola, Larsson si muove con la sicurezza di un navigato skipper, conducendoci lungo le sue rotte con gli strumenti più appropriati. Qui non è più il mondo dei pirati, degli arrembaggi, della tratta degli schiavi, dei personaggi resuscitati dai magici ricordi d’infanzia di Long John Silver, ma una storia dei giorni nostri, un thriller marinaro ambientato negli anni Novanta che ci porta al Nord, in epiche traversate di mari in tempesta, dalla Danimarca alla Scozia, tra venti scatenati e onde che si ergono come muri d’acqua, in inseguimenti e fughe senza tregua, in compagnia di Ulf e Torben e il loro Rustica, sulle tracce di MacDuff e Mary e di quell’organizzazione segreta che in Irlanda, Scozia, Paesi Baschi e Bretagna persegue con ogni mezzo il sogno di liberazione del popolo celtico. Se le trame e gli ideali politici del misterioso Cerchio Celtico ci sono lontani, resta il fascino di una civiltà millenaria che crede a tal punto nella parola da rifiutare la scrittura per non toglierle potere vitale. E al di là delle sfide e dei pericoli, degli amori e delle passioni, è il tema di fondo che sentiamo nostro, quello che Larsson pone sempre al centro delle sue storie: la libertà dell’avventura per riappropriarci di quella vita che ci lasciamo sfuggire misurando il tempo con il cartellino da timbrare.



IL PORTO DEI SOGNI INCROCIATI
di Björn Larsson

Trama: “Un venditore ambulante di sogni”, così si definisce Marcel, il capitano di lungo corso che, manovrando la sua nave tra le tempeste con la stessa eleganza con cui fa rotta tra gli incontri della vita, passa nel suo perenne errare di porto in porto perturbando cuori e destini. Quattro sono i porti in cui Marcel fa scalo, e quattro i personaggi che vengono calamitati dal fascino della sua insostenibile leggerezza: la giovane Rosa Moreno, che vegeta in un caffè sulle coste della Galizia, madame Le Grand, che raccoglie in un archivio le vite dei marinai sbarcati nel suo porto bretone, Peter Sympson, gioielliere irlandese che usa le pietre preziose come parametro della realtà, e Jacob Nielsen, ex ingegnere informatico che cerca di lasciare una traccia di sé su tutti i computer del mondo. Quattro esistenze ancorate alla solitudine, che hanno in comune l’insofferenza per la propria condizione e l’intensità dei loro sogni, e a cui l’incontro con Marcel dà la spinta per “alzare le vele e prendere i venti del destino”. È nei porti, non più sugli oceani solcati dai pirati, che si svolge questo nuovo romanzo di Larsson, ambientato in un tempo che è il nostro, ma costruito con i ritmi da ballata delle ballate dei marinai. I porti come luoghi del possibile, al confine tra la terra e la sterminata libertà del mare, dove il capitano, come lo scrittore, passa accendendo i sogni e la fantasia, spingendo a salpare per la fluida intensità della vita.



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