Usò entrambe le mani. Le fece correre su uno scaffale dopo l'altro. E scoppiò a ridere. [...] passò vari minuti ad andare con lo sguardo dagli scaffali alle proprie dita. Quanti libri aveva toccato? Quanti ne aveva sentiti? [...] Era come una magia, come la bellezza. {M.Z.}

mercoledì 4 aprile 2018

Recensione: "Emilia l'elefante" di A. Paasilinna



.Emilia l'elefante.
di Arto Paasilinna

Ringrazio la casa editrice Iperborea per avermi inviato una copia di questo romanzo :)


bello

Titolo: Emilia l'elefante
Titolo originale: Suomalainen kärsäkirja
Autore: Arto Paasilinna
Editore: Iperborea
Pagine: 256
Traduzione: F. Felici
Prezzo di copertina (flessibile): 17,00 €
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Dello stesso autore ho recensito anche:

Se nel picaresco universo di Paasilinna gli animali selvatici sono i paladini di quella libertà irriverente che dà gusto alla vita, è l’elefante Emilia a essere stavolta catapultata nel selvaggio Nord. Corre l’anno 1986 quando al Circo Finlandia, a Kerava, nasce una stella, che a sei mesi sventola già fiera con la proboscide la bandierina finlandese e in pochi anni conquista il Circo di Mosca e parte in tournée sulla Transiberiana, allietando i passeggeri con la danza dei cosacchi. Ma l’Unione Sovietica è ormai al collasso, il circo al tramonto, e l’Europa si mette pure a vietare ogni esibizione di animali esotici, per quanto dotati di ben più talento di tanti umani commedianti. All’intrepida padroncina Lucia Lucander non resta che salire in groppa alla pachidermica compagna di mille ribalte e lanciarsi nel circo del mondo per riportare Emilia tra i suoi simili. Comincia così la loro acrobatica odissea dalle piane del Satakunta alle foreste del Pirkanmaa, dalla regione dei laghi alla Carelia e poi alla volta del Sudafrica, in fuga da eco-complottisti e macellai megalomani, con l’aiuto di un pompiere, un gestore di minimarket e un latifondista in pene d’amore, sotto la benedizione di un prete maniaco-suicida e di un industriale fallito intento a costruirsi un sommergibile per farne un museo sottomarino. La fantasia e il naturismo politicamente scorretto di Paasilinna si scatenano nelle più esilaranti avventure in questo barocco safari afro-finnico, che con il paradosso mette in scena la commedia umana, nella spensierata consapevolezza che se il mondo è pazzo, tanto vale fare di necessità risorsa e godersi a fondo le proprie follie.


Questa lettura è stata decisamente piacevole, sebbene di Paasilinna io abbia preferito Il liberatore dei popoli oppressi [recensione].
La trama non lascia molto all'immaginazione. Già dalle primissime pagine ci immergiamo nella vita di Emilia, un elefante intelligente e socievole, alla ricerca del proprio posto nel mondo. Ad accompagnare Emilia in questa avventura c'è la trapezista Lucia Lucander, che l'ha vista nascere e l'ha cresciuta davvero come crescerebbe una figlia.
Non ci si perde in chiacchiere futili, Paasilinna ha uno stile semplice e scorrevole che trascina immediatamente nelle vicende narrate, quasi di fretta, come se non ci fosse un minuto da perdere. Per i dettagli c'è tempo più in là.
Abbiamo un punto di vista esterno (di cui ci verrà svelato il mistero alla fine, quindi mi raccomando, non andate a curiosare tra le ultime pagine), eppure è palesemente di parte, dalle parole traspare una gran simpatia per Emilia.
Ma il narratore non è l'unico ad avere un debole per la nostra protagonista. Lucia è ben lontana dall'essere la sola umana a prendersi cura dell'elefante. Tra tutti gli umani incontrati in questo racconto, infatti, Lucia sembra addirittura la meno interessata e affezionata. Quasi tutti quelli che fanno la conoscenza di Emilia se ne innamorano a tal punto da mettere a repentaglio la propria carriera, il proprio denaro e la propria salute, pur di aiutare la mastodontica bestiolina.
E, come viene prepotentemente ricordato dopo un fattaccio che coinvolge Emilia e alcune reti da pesca, alcuni padroni perdono il lume della ragione quando si tratta di difendere i propri animali domestici, ciechi di fronte allo stato attuale delle cose.
Un aspetto della natura umana, questo, che Paasilinna mette in risalto con maestria avvalendosi del suo perfetto umorismo finlandese che tanto mi aveva colpita nell'altro romanzo che ho letto di questo autore.
I personaggi sono tutti apprezzabili, anche se nessuno brilla particolarmente per caratterizzazione. Ironici, a volte assurdi, spesso dolci, tutti diversi. Ma i veri protagonisti sono Emilia, che sebbene non spiccichi parola per tutto il romanzo risulta la più simpatica, e la Finlandia, poiché non si tratta soltanto di un viaggio nel tempo che ripercorre la vita dell'elefante, ma anche di un viaggio nel cuore di un paese ricco di sorprese.
L'ambientazione, infatti, è secondo me uno dei punti forti di questa opera. Tant'è vero che, insieme ai primissimi capitoli, la mia parte preferita è quella finale, dove Lucia ed Emilia partono per il loro ultimo viaggio insieme attraversando tutta la Finlandia del sud.


L'animo romantico di Emilia si risvegliò. Commossa come può esserlo un animale selvatico, o un poeta, levò la proboscide al cielo stellato e lanciò nell'aria un flautato mugolio.

Consigliato :)



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